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Todi
Umbria

Todi è un comune della provincia di Perugia. Sorge in cima ad una collina la cui cima supera di poco i 400 metri che si affaccia sulla media valle del Tevere. Il territorio comunale, uno dei più vasti della regione, è per lo più collinare è composto da una miriade di piccoli insediamenti. I centri principali, oltre alla città di Todi, sono Pantalla e la zona di Ponterio-Pian di porto che comprende anche l'area industriale della città. La città si può considerare divisa in due zone distinte: la parte interna alle mura medievali suddivisa in rioni e la parte nuova posta esternamente alle mura suddivisa in quartieri. I principali quartieri della città sono: Santo Stefano, Sant'Arcangelo, Crocefisso, Cappuccini, Quartiere Europa, Broglino e Torre Squadrata. Internamente alle mura invece si possono trovare i rioni: Santa Prassede, Santa Maria, Valle Bassa, San Fortunato, Porta Fratta e Porta Romana.

ORIGINI E CENNI STORICI
Città etrusca, fondata tra l'VIII ed il VII secolo a.C. dagli Umbri che si stanziarono dall'altra parte del Tevere rispetto agli Etruschi, col nome di Tutere che significa città di confine. Si sviluppò particolarmente fra il V e il IV secolo a.C. quando, nel 340 a.C. divenne romana acquistando posteriormente il nome di Colonia Julia Fida Tuder (I secolo a.C.) con il diritto di coniare moneta propria. Quando venne ascritta alla tribù Clustumina vennero edificati i migliori e belli palazzi romani. Durante il periodo barbarico Todi entra nell'oblio (poco o nulla si sa di questo periodo, e le poche notizie che si sanno non sono certe), ma secondo alcune fonti la città riuscì a fermare addirittura Annibale. Durante il Medioevo fu libero comune, poi signoria (sotto gli Atti) prima di entrare a far parte dello Stato della Chiesa. Nel XII secolo la città conobbe una nuova espansione urbanistica estendendosi dal Castello di Alviano a sud, al Piano dell'Ammeto presso Marsciano a nord, dalla sincrinale dei Monti Martani ad est alle Gole del Forello sovrastanti il Tevere ad ovest. Nel 1244 3 borghi creati dalle classi artigianali vennero cinti da mura lunghe all'incirca 4 km. con tanto di porte e bastioni a tutt'oggi integre. Nel 1367 divenne comune autonomo per entrare a far parte dello Stato della chiesa, cominciando la sua edecadenza passando da una signoria all'altra (tra cui i Malatesta e Francesco Sforza. Angelo Cesi trasformò varie zone di Todi, allargando vie ed abbellendo palazzi. Oggi Todi è pressocché identica alla Todi medievale come risulta da una stampa di Giacomo Lauro del 1633. In seguito alla restaurazione molti todini entrarono a far parte della carboneria e della Giovine Italia. Garibaldi riparandosi a Todi dopo la disfatta della Repubblica Romana infiammò di nuovo il patriottismo todino e molti abitanti di Todi seguirono Garibaldi vestendo le caratteristiche camicie rosse fino alla III guerra d'indipendenza, di cui molti furono arrestati e molti morirono in battaglia. Qui a Todi Anita Garibaldi, incinta e già in preda alle doglie, di lì a poco morì nei pressi delle Valli di Comacchio. Braccato dalle milizie austriache Garibaldi fu costretto alla fuga. Todi è inoltre nota per aver dato i natali a Jacopone De Benedetti (conosciuto meglio cme Jacopone da Todi), poeta duecentino che compose storiche laudi come "O Signor, per cortesia".

MANIFESTAZIONI
Todi Arte Festival - Si svolge solitamente nell'ultima settimana di luglio. È una rassegna annuale di teatro di prosa e lirico, di danza, di musica colta e etnica, di arti visive e di incontri letterari. Per anni è stato diretto da Silvano Spada con il nome di TodiFestival, mentre dal 1997, con il cambio di nome, la Direzione Artistica è affidata all'attrice Simona Marchini
Todinotte - Si svolge nei mesi di luglio e agosto portando nelle piazze della città concerti di musica folk, etnica e moderna.
Mercatino dell'antiquariato - Si svolge nella piazza principale della città ogni seconda domenica del mese.
Fiera di San Martino - L'11 novembre le vie del centro storico si riempiono di bancarelle trasformando l'intera città in un grande mercato.
Sono in corso le celebrazioni per il VII centenario della morte di Jacopone da Todi (1306-2006). La manifestazione è iniziata in agosto e si protrarrà sino a maggio 2007.

MONUMENTI
Il centro storico, medievale, vanta edifici sacri di prestigio come la cattedrale di Santa Maria Assunta, la chiesa di San Fortunato ed il convento di San Giovanni Battista. Fuori dalle mura si trova la famosa chiesa rinascimentale di Santa Maria della Consolazione. Nella cattedrale di Santa Maria Assunta vi è un dipinto di Ferraù da Faenza d'ispirazione michelangiolesca, chiamato Il giudizio universale. Nella cripta vi è un museo. Nella cripta della chiesa di San Fortunato vi è una tomba di 4 santi (tra cui San Cassiano) e, su di una parete del muro, un ovale con l'immagine ad affresco del Beato Jacopone da Todi. D'interesse è anche la rocca, che con i suoi 411 metri è il punto più elevato della citta. La rocca è stata edificata per volontà del Papa Gregorio IX nel 1373. Per la sua edificazione è stato necessario abbattere alcuni edifici nei dintorni (Il monastero di San Leucio, delle case private del "Borgo di San Giorgio". Dopo svariati anni, nel 1503, fu demolita per volontà di Ludovico degli Atti. Ora restano della rocca:

un torrione rotondo,
"il Mastio",
dei resti di fortificazione.

Si ricordano inoltre, tra gli altri edifici:

un museo, sito nell'ultimo piano dei Palazzi del Popolo e del Capitano, restaurato nel 1997, possiede una collezione di Numismatica, Archeologia, Tessuti, Ceramiche, nonché una Pinacoteca;
Piazza del Popolo:
il Palazzo del Popolo,
il Palazzo del Capitano,
il Palazzo dei Priori,
ed il Palazzo Vescovile (finito di costruire nel 1593 su ordine e finanziato dal vescovo Angelo Cesi che fece apporre il proprio stemma sopra al portone, stemma attribuito al Vignola, oltrepassato l'ingresso si accede ad una corte interna, mentre al primo piano vi sono un salone affrescato da Ferraù da Faenza detto il Faenzone nel 1594 ed una galleria affrescata da Andrea Polinori terminata nel 1629).

Da non dimenticare anche:

il carcere di San Cassiano,
i nicchioni romani (siti nel piazzale del mercato vecchio, chiamato così per via del mercato che si tenne in questa piazza dal 1819, sono una costruzione romana con perimetro si 48 m. x 11, secondo alcune ipotesi si trattano avanzi di un tempio di Marte),
delle cisterne e dei cunicoli,
una triplice cerchia di mura difensive,
La terza cerchia di mura come attesta la cronistoria locale è stata ultimata nel 1244, è arrivata ai giorni nostri pressocché intatta mediante svariati ed innumerevoli interventi di restauro nonché di interventi per esigenze militari-difensive. La terza cerchia di mura è lunga circa 4 km. ed è provvista porte munite o no di contrafforti e bastioni. Le porte prendono il nome dalle destinazioni da cui si dipartono le relative vie da cui dipartono:
Porta Perugina;
Porta Romana;
Porta Amerina;
Porta Fratta:
Porta Santa Margherita o della Consolazione, presso il relativo Tempio, demolita;
Porta Orvietana, franata, ne rimangono tuttavia degli avanzi;
Porta Cupa, franata.
Altre porte:
Porta Libera;
Porta Aurea;
Porta Catena o di Sant'Antonio, chiamata così per le catene di protezione a sbarramento dell'accesso.
La prima cerchia di mura è di epoca umbro-romana di cui ne rimangono resti prevalentemente nei pressi della Porta Marzia ed ebbe delle modifiche nel XVII secolo.
Un'altra serie di mura si può ammirare nei pressi della Valle Inferiore (detto anche delle Lucrezie), localmente chiamato muro etrusco impropriamente perché realmente costruito in epoca romana (quest'opera è una delle più imponenti opere romane di Todi!!!). Consta di 2 aperture presso 2 cunicoli (1 detto inferiore ed 1 detto superiore) di funzione idraulica ed ancora funzionanti.
un teatro (istituito con delibera comunale nel 1868, cui partecipò alla costruzione l'architetto aretino Carlo Gatteschi. Il teatro fu costruito demolendo le case circostanti e completato nel 1872. Curiosita: Annibale Brugnoli dipinse il sipario del teatro con una scena raffigurante l'arrivo di Ludovico Ariosto a Todi nel 1531),
il palazzo Landi Corradi (sulla facciata si apre il portale in travertino attribuito al Vignola, fu sede di un seminario e fu restaurato nel 1954 per iniziativa del vescovo Alfonso Maria De Santis)
e molte altre chiese ed edifici di culto d'interesse secondario, tra cui:
Santa Maria in Cammuccia;
del Santissimo Crocifisso;
San Nicolo' de Criptis (costruita nel 1093 sulla cavea e la platea dell'anfiteatro romano. Il nome "criptis" pare derivare da "grotte (cripte)" abbondanti nel terreno della zona che sosteneva l'anfiteatro. Della costruzione originaria rimangono il rosone, la fonte battesimale e 3 porte relative ad una navata. Curiosita: ora la chiesa è spoglia degli affreschi, in parte portati ad alcune raccole comunali ed altri furono distrutti nel dopoguerra);
San Filippo (Periodo costruzione: 1490-1507 per ordine dei cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme, nel 1590 venne ceduta dall'ordine dei Servi di Maria, poi divenuti in pieno possesso proprietari. All'interno vi è una vergine con bambino, del XIV secolo, la più antica immagine della Madonna delle Grazie, sotto l'altare vi sono le ossa di San Filippo Benizi);
SS. Filippo e Giacomo, le prime notizie risalgono al 1276, mentre la cripta all'XI secolo, quest'ultima adibita a luogo di sepoltura. Nel 1600 fu annessa all'adiacente monastero benedettino. Una volta chiusa la cripta vi fu adibito un ossario. Anche l'abside fu chiusa per consentire l'apertuta di tre finestre e la copertura di due volte a crociera e la costruzione del campanile a vela. Nel periodo dello sconsacramento la chiesa venne adibita a falegnameria. Recentemente, in un restauro, si è riportato l'aspetto più o meno originario con gli affreschi e gli ex voto quattrocenteschi.
Santo Stefano (sita presso la Porta Fratta, ospitava, secondo la tradizione tudertina, le spoglie dei santi Felicissimo, Eraclio e Paolino. Solo nel 1584, con un'ordinanza comunale, si iniziò la ricerca dei resti sacri, impresa che pare riuscire secoli più tardi, nel 1766, quando vennero trovati addirittura 23 corpi. Curiosità, la chiesa è ordinata in modo di raccogliere attraverso la porta d'ingresso le prime luci del mattino, simbolo ecclesiastico della luce divina);
Sant'Ilario (le prime noizie della chiesa risalgono al 1112 mediante un elenco che il conte tudertino Guazza diede all'Abbazia di Farfa. Nel 1623 appartenne ala compagnia di San Carlo. La facciata è in stile romanico umbro, così come la facciata della cattedrale di Piazza del Popolo, con 5 dentellature orizzontali simil-coronamento. Il rosone, ad otto colonne a raggiera che si uniscono in un anello perfettamente sito nel centro del rosone stesso creano 8 coni con la punta mozzata, è centrale posto nel XII secolo sulla facciata, nella lunetta sopra l'ingresso si possono ammirare i resti di un affresco raffigurante San Carlo, mediante un gradino si accede all'interno suddiviso tra spazio per fedeli e spazio sacerdotale, altri 4 gradino fanno accedere al presbiterio con altare centrale con lastra principale di travertino, a sinistra dell'altare vi è un affresco di probabile fattura dello Spagna);
Santa Prassede (XIV sec.) con facciata in pietra bianca e rossa;
e San Giorgio (secondo gli storici venne costruita nel 1107, nell'interno si conservano vari affreschi, tra cui uno sulla Madonna che chiede ad un angelo di salvare le Anime del Purgatorio dalle fiamme ed un brandello di affresco recentemente restaurato),
nonché il convento di Montesanto,
ed il monastero delle Lucrezie [chiamato cosi in onore della nobile romana che la abitò agli inizi del XV sec. (Lucrezia della Genga) insieme ad altre 12 nobili, morta Lucrezia, il locale venne lasciato all'Ordine Terziario femminile (nel 1445), in seguito, causa depauperamento dello stabile dovuto a crolli del terreno sottostante, le suore furono costrette ad abbandonare il palazzo nel 1897. Qualche anno fa è stato restaurato ed ogni tanto ospita delle mostre di grande rilevanza cittadina).

FRAZIONI
Asproli, Cacciano, Camerata, Canonica, Casemasce, Cecanibbi, Chioano, Collevalenza, Cordigliano, Duesanti, Ficareto, Fiore, Frontignano, Ilci, Izzalini, Loreto, Lorgnano, Montemolino, Montenero, Monticello, Pantalla, Pesciano, Petroro, Pian di Porto, Pian di San Martino, Pontecuti, Ponterio, Ponterio Stazione, Porchiano, Quadro, Ripaioli, Romazzano, Rosceto, San Damiano, Spagliagrano, Torrececcona, Torregentile, Vasciano.

COLLEVALENZA
Collevalenza è una frazione del comune di Todi (PG) e sede di un noto santuario cattolico.

Il piccolo borgo medievale si trova a circa sei chilometri a S di Todi, lungo la strada nazionale Tiberina 3 bis, a circa 100 km a nord di Roma e a 50 km circa a sud di Perugia. Ad un'altezza di 354 m s.l.m., è occupato da 718 abitanti (dati Istat, 2001).

CENNI STORICI
Le origini del borgo sono incerte. Il nome di Collevalenza (o Colvalenza) deriverebbe dal tempio dedicato a Giunone Valentia, che si ergeva al posto dell’attuale castello. Fedele ai ghibellini della famiglia Chiaravalle, fu a lungo conteso dalle opposte fazioni. Nel 1322 fu conquistato dai guelfi guidati dal cavaliere romano Savelli, che pochi anni dopo fu fatto decapitare dal papa. Nel 1377 la popolazione fu pesantemente oppressa e il castello in gran parte distrutto dal guelfo Catalano degli Atti. Nel 1424 fu ricostruito e oggi si possono ancora ammirare i torrioni quattrocenteschi e le mura in stile gotico con due aperture.

Il centro, provvisto ancora di mura medievali, deve la sua fama al Santuario dell'Amore Misericordioso di Madre Speranza. Nel loro insieme gli edifici religiosi del santuario sono una delle più significative espressioni di architettura sacra della seconda metà del XX secolo; si tratta di un imponente complesso dotato di moderne strutture recettive inserite in una serie di costruzioni disposte sui versanti di una collina. Il nucleo centrale è costituito dalla grande chiesa, consacrata nel 1965, opera dell'architetto spagnolo Julio Lafuente, e dalla cappella dell'Amore Misericordioso voluta da madre Speranza nel 1955. Questa, che costituisce il punto di partenza di tutto il complesso, venne eletta a santuario nel 1959 dal vescovo di Todi, Alfonso Maria De Sanctis.
DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 16.704 (M 8.138, F 8.566)
Densità per Kmq: 74,9

CAP 06059
Prefisso Telefonico 075
Codice Istat 054052
Codice Catastale L188

Denominazione Abitanti tudertini o tuderti o todini
Santo Patrono San Fortunato
Festa Patronale 14 ottobre

Numero Famiglie 6.175
Numero Abitazioni 7.791

Il Comune di Todi fa parte di:
Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana
Regione Agraria n. 10 - Colline di Todi
Comprensorio del Consorzio di Bonifica Tevere - Nera
Parco Fluviale del Tevere
Movimento Cittaslow (rete internazionale delle città del buon vivere)

Località e Frazioni di Todi
Asproli, Cacciano, Camerata, Canonica, Casemascie, Cecanibbi, Chioano, Colvalenza, Crocefisso, Cordigliano, Duesanti, Ficareto, Fiore, Frontignano, Ilci, Izzalini, Loreto, Lorgnano, Montemolino, Montenero, Monticello, Pantalla, Pesciano, Petroro, Pian di Porto, Pian di San Martino, Pontecuti, Stazione, Porchiano, Quadro, Ripaioli, Romazzano, Rosceto, San Damiano, Torre Ceccona, Torre Gentile, Vasciano

Comuni Confinanti
Acquasparta (TR), Avigliano Umbro (TR), Baschi (TR), Collazzone, Fratta Todina, Gualdo Cattaneo, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montecchio (TR), Orvieto (TR), San Venanzo (TR)

Musei nel Comune di Todi
Museo-Pinacoteca e Museo della Città
Museo della Civiltà Contadina

Castelli e Fortificazioni
Mura Urbiche

Chiese e altri edifici religiosi tudertini o tuderti o todini
Santuario Santa Maria della Consolazione
Santuario della Visitazione di Maria in Camuccia

Teatri
Teatro Comunale
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Tenuta di Fiore Agriturismo - Todi - PG