Sigillo
è un comune della provincia di Perugia.
DA
VEDERE
Ridente cittadina di impianto medioevale, circondata
da stupende montagne e colline tra cui Val di Ranco
e monte Cucco, ha la Chiesa di S. Maria di Scirca
romanico-gotica, ricca di affreschi quatrocenteschi
di Matteo da Gualdo, così la chiesa di S. Anna
sull'antica via Flaminia. Pochissimo rimane della
rocca ora monastero delle Agostiniane dal 1547. Belle
e imponenti le chiese: S. Agostino già degli
Agostiniani, presenti fin dal 1274, riedificata su
una preesistente chiesa ducentesca, dedicata a Santa
Caterina di Alessandria, con cripta detta di "Santa
Caterina": tra l'altro ha uno stupendo quadro
dell'Annunciazione del pittore sigillano Ippolito
Borghesi, formatosi nella Scuola Napoletana e un buon
Organo del '700 di Sebastiano Vici di Montecarotto;
la pieve di S. Andrea, rifatta nell'800 con pregevoli
tele e arredi, è fornita di un organo del veneziano
Gaetano Callido del 1793. Interessante la Chiesa di
S. Maria della Fraternita dei Disciplinati, fondata
nel 1329 dall'agostiniano fra Nicola da Sigillo del
vicino convento. Si sta lavorando per allestire un
museo di arte antica e moderna, mentre i Ponti Romani
testimoniano ancora la grandiosa presenza della Roma
imperiale.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Il territorio di Sigillo, in epoca preromana, era
abitato, come dice Plinio il Vecchio (79 d.C.) nella
sua Naturalis Historia, dalla popolazione umbra dei
Suillates; in epoca imperiale ebbe il municipium di
Suillum, retto dai magistrati "Duoviri".
Attraversato dall'importante via Flaminia, costruita
nel 220 a.C., a 127 miglia da Roma, per raggiungerla
erano necessari tre giorni di viaggio a piedi. Frammenti
di iscrizioni, qualche capitello, rocchi di colonne,
ville suburbane e tombe testimoniano la notevole estensione
dell'abitato in epoca romana. I Goti di Alarico, nel
409 d.C., in transito verso Roma per saccheggiarla
(24 agosto 410 d.C.), lasciarono dietro di loro soltanto
rovine: oltre 100.000 persone tra uomini, donne, vecchi
e bambini, con carri trainati da buoi e cavalli, spogliavano
e mettevano a ferro e fuoco quanto trovavano. La poca
popolazione rimasta, rifugiatasi nelle grotte e nei
boschi, dovette ancora subire i disastri della ventennale
guerra tra i Bizantini di Narsete e i Goti di Totila,
lo sfortunato re che morì la sera stessa della
battaglia, nel luglio del 552 d.C., a Caprara, territorio
di Tadinum. Con la venuta dei Longobardi, pochi anni
più tardi, il suo territorio fece parte del
Ducato di Spoleto e del Gastaldato di Nocera, che
poi con i Franchi di Carlo Magno si trasformò
nella Contea di Nocera, nel Ducato di Spoleto. Cambiato
il nome latino in Sigillum, la Pieve di S. Andrea
dal secolo VII o VIII, continuò a testimoniare
una presenza continua di popolazione. Fu dominato
dai conti longobardi di Nocera: si ricordano, tra
gli altri, Monaldo, Offredo, Rodolfo e Vico detto
Lupo (tutti discendenti dal duca di Spoleto Ildebrando
e dai re d'Italia Liutprando, Ansprando ed Ildebrando).
L'imperatore Federico II, capo dei ghibellini in Italia,
venendo da Fano nel 1230, parteggiando Sigillo per
la parte guelfa, lo distrusse. Nel sec. XIII Perugia
cercava di estendere il suo dominio nei territori
circostanti, lo ricostruì nel 1274, come castello
importante di confine difeso da una possente rocca,
formando l'attuale centro storico nei quattro quartieri,
S. Maria, San Martino, S. Pietro e S. Andrea. Conteso
dai Baglioni di Perugia, Boldrino da Panicale, Azzo
dei Castelli, Braccio da Montone, dai Montefeltro
di Urbino, nel 1500 fu saccheggiato da Cesare Borgia.
Nella metà del '500 entrò a far parte
dello Stato Pontificio dopo la famosa "GUERRA
DEL SALE". Tra il popolo sigillano quando c'è
da affrontare una grande spesa, è rimasto ancora
il proverbio: " mi costa più che il sale
a Perugia". Il 14 settembre 1860 fu annesso al
Regno d'Italia.