Nocera
Umbra è un comune della provincia di Perugia.
DA
VEDERE
Caratteristica città medioevale e famosa per
la bontà delle acque del suo territorio, portate
nel Seicento fino a Costantinopoli, è dominata
dalla grande torre, detta il Campanaccio, unico resto
della robusta rocca dei suoi Gastaldi, poi dei suoi
Conti. Dell'antica cattedrale, inglobata nella fortezza,
resta solo il portale del sec. X. Di grande importanza
è la chiesa di San Francesco, romanico-gotica
del XIV secolo, non solo per gli affreschi di Matteo
da Gualdo, ma anche perché è sede della
Pinacoteca comunale, con opere dell'Alunno, del Maestro
di San Francesco e della scuola del Cimabue. Nel museo
sono custoditi anche reperti di epoca romana, tra
cui un miliario della via Flaminia per Ancona, un
ritratto femminile, frammenti di mosaico, un cippo
del III secolo e alcune parti del monumento funebre,
ornato a suo tempo di quattro iscrizioni greche, del
vescovo Varino Favorino da Camerino, famoso grecista
che ha pubblicato uno dei primi dizionari della lingua
greca ed è stato maestro di greco alla corte
dei Medici a Firenze per i futuri papi Leone X e Clemente
VII e tenne anche la cattedra di greco nella Università
di Roma. Nel Museo dell'Alto Medioevo di Roma, sono
conservati importanti reperti trovati a fine Ottocento
in quasi duecento tombe longobarde, del VI e VII secolo,
dell'arimannia stanziata nel territorio di Nocera.
MANIFESTAZIONI
Cavalcata di Satriano (settembre)
Palio dei Quartieri (primo lunedì di agosto
e domenica successiva)
FRAZIONI
Acciano, Africa, Aggi, Bagnara, Bagni, Bandita, Boschetto,
Boschetto Basso, Capannacce, Casaluna, Casa Paoletti,
Case, Case Basse, Castiglioni, Castrucciano, Catecuccio,
Cellerano, Ceresole, Colle, Colle Croce, Colpertana,
Colsaino, Gaifana, Isola, La Costa, Lanciano, Largnano,
Le Cese, Le Molina, Le Prata, Maccantone, Mascionchie,
Molinaccio, Montecchio, Mosciano, Mugnano, Nocera
Scalo, Nocera Umbra Stazione, Pettinara, Ponte Parrano,
Salmaregia, Schiagni, Sorifa, Villa di Postignano,
Ville Santa Lucia.
SORIFA
Sorifa è una piccola frazione del comune di
Nocera Umbra, situata in media montagna (643 m s.l.m.)
nella prossimità del monte Pennino. Secondo
i dati del censimento Istat del 2001, gli abitanti
sono 76. Abitata sin dal Paleolitico e Neolitico,
testimoniato dal ritrovamento di alcuni reperti d'epoca,
venne in seguito occupata dagli umbri e dai romani.
Il nome attuale gli venne dato nel basso Medioevo,
quando i Longobardi calarono dal nord e si stabilirono
in questa zona: il nome Sorifa, in longobardo, significherebbe
costruzione tra le rocce. L'economia è da sempre
basata sulla coltivazione e sull'allevamento. In seguito
al terremoto del 26 settembre 1997, il paese è
andato per la gran parte distrutto e gli abitanti
sono stati costretti a trasferirsi in un campo container.
I lavori di ricostruzione, ancorché avanzati,
non sono ancora del tutto conclusi.
BOSCHETTO
Boschetto è una frazione divisa tra il comune
di Nocera Umbra e Gualdo Tadino. A dividere in due
la frazione nei due territori comunali scorre il Rio
Fergia, affluente del torrente Caldognola. Luoghi
d'interesse sono la Chiesa di S. Nicolò, la
Chiesa rupestre di San Giovanni, il Castello.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Fu un insediamento di origine umbra Noukria, fondata
dai Camers (Camerinesi) a 109 miglia da Roma e vicina
alla catena degli Appennini Nocerini. La località
si sviluppò prevalentemente in età romana
(col nome di Nuceria Camellaria), grazie alla sua
ubicazione lungo la via Flaminia, proprio dove si
diramava un ramo della Flaminia che portava a Fanum.
I Romani costruirono anche un'altra strada, la Septempedana,
che attraversati i vici di Dubios, Prolaqueum e Septempeda
proseguiva per Ancona. Plinio il Vecchio, nella sua
Naturalis Historia, nell'elenco dei Popoli Umbri cita
i "Nucerini cognomine Favonienses et Camellani",
(i Nocerini chiamati Favoniensi e Camellani), i primi
(Favoniensi) avrebbero abitanto nella vicina località
oggi chiamata Pievefanonica, mentre un gruppo di Camellani
si sarebbero trasferiti vicino ad Arcevia nel Piceno.
Nel V secolo fu sede di diocesi e prima del sec. X
inglobò anche il vastissimo territorio già
delle antiche città di Tadinum, Plestia e Sentinum.
Il primo saccheggio, se non una vera e propria distruzione,
come dice lo storico Jordanes, si ebbe al passaggio
dei circa 100.000 Goti di Alarico, diretti verso Roma
(che presero nel 410). Occupata nel 571 dai Longobardi,
data la sua importanza strategica, divenne sede del
Gastaldo, (uno dei 10 del Ducato di Spoleto, con un'autorità
simile al prefetto di provincia attuale) che aveva
responsabilità militari, amministrative e giudiziarie,
coadiuvato da alcuni Sculdasci dislocati nel vasto
territorio. Già dalla prima invasione longobarda
fu sede anche di una Arimannia, formata da famiglie
di guerrieri nobili e molto ricchi dei quali alla
fine dell'Ottocento è stata trovata una vasta
necropoli. Con i Franchi, divenne contea dell'estremo
nord-ovest del Ducato di Spoleto, zona di confine
con le terre dipendenti dall'Esarcato Bizantino di
Ravenna. La città alto medioevale, chiusa nelle
sue mura inaccessibili e con la sua rocca inespugnabile
in cima, circondata di torri, aveva circa tremila
abitanti. L'intera vastissima diocesi (1500 km²)
intorno ai diecimila abitanti. Fu presa e incendiata
da Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero,
nel 1248, per il suo essere di parte guelfa e per
via di una ribellione. Ricostruita, fu prima sotto
il governo dei Trinci di Foligno (i cui antenati longobardi
furono conti della città per più di
150 anni) e poi, dalla metà del XV secolo,
pur avendo un proprio governatore, fece parte dello
Stato della Chiesa fino all'Unità d'Italia,
nel 1860. Nel settembre 1997, gli eventi sismici del
terremoto con epicentro a Colfiorito, tra Umbria e
Marche, ha reso completamente inabitabile l'antico
centro storico, attualmente ancora oggetto di lavori
di riparazione. Sono stati invece ultimati i lavori
di ripristino del resto dell'area urbana e delle numerose
frazioni che riportarono a loro volta pesanti conseguenze
nel sisma.